Alla luce del dibattito sull’economia circolare, la strategia dell’UE per la plastica e le diverse normative nazionali, è necessario ripensare al modo in cui le materie plastiche sono prodotte e impiegate.
Recenti studi confermano che il 40% dei rifiuti in plastica deriva da packaging cosmetico. Nonostante ciò, manca ancora una specifica normativa per gli imballaggi nella cosmesi, quindi per alcuni aspetti i riferimenti vengono desunti dai regolamenti che si occupano di sicurezza dei prodotti alimentari.
L'attenzione del mercato per un packaging a basso impatto ambientale, frutto di materiale riciclato e/o riciclabile, così come per ingredienti da agricoltura biologica è comunque in grande aumento. Sempre più aziende del comparto beauty applicano quindi ricerca e sviluppo alla caccia di confezioni più green per l’ambiente.
L'obiettivo è sostituire gli imballaggi dei cosmetici, mantenendo la stabilità e la corretta conservazione dei prodotti, ma riducendo emissioni e impatto ambientale.
Esistono per esempio il Green PE e il Green PET, materiali derivanti da fonti rinnovabili come la canna da zucchero, che sono utilizzabili in questo settore. In particolare, l’unità di misura della fonte rinnovabile, il BCC (bio-based carbon content, carbone di origine vegetale) è la componente determinante per la salvaguardare il l’ambiente. Più elevata la percentuale all’interno dei flaconi, più si ridurranno le emissioni di CO² (il Green PE può contenere al suo interno fino a 97-98& di BBC). I flaconi di Green PET sono identici al PET vergine, mantengono infatti le stesse caratteristiche di brillantezza, trasparenza, colorabilità, deformabilità. Tuttavia, il BCC di questi flaconi non super il 20%.
I materiali quindi possono essere tanti: carta e cartone, ma anche vetro, bioplastiche o contenitori derivati da plastica riciclata. Questi sono tutti in qualche modo ‘’ecologici’’, limitano infatti il proprio impatto sull’ambiente rispetto alla materia prima vergine, sono biodegradabili, riciclabili o compostabili.
Un modo davvero efficace per stabilire quale tecnologia sia più ecologica di un’altra, può essere l’analisi del ciclo di vita di un prodotto (LCA, Life Cycle Assestment) che punta a stabilire la quantità di risorse consumate e la quantità di elementi chimici dannosi prodotti durante l’arco di vita di un prodotto. Il risultato delle analisi sarà il valore che le aziende comunicheranno al consumatore finale.
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