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Siamo consapevoli di quello che indossiamo?

Siamo consapevoli di quello che indossiamo?

Tante, forse troppe, sono le proposte di moda sostenibile che vari canali di comunicazione di massa ci propongono quotidianamente. A mio avviso, l’”arma” della sostenibilità è fin troppo utilizzata dai pubblicitari e dai responsabili del marketing dei marchi di abbigliamento, e forse troppo poco utilizzata dai designer.

Quello che però ritengo fondamentale è che la sostenibilità debba diventare, a tutti gli effetti, un nuovo “modus vivendi” di ognuno di noi, anche rispetto a quello che scegliamo per vestirci.

A mio avviso le nuove generazioni saranno fondamentali per questa nuova filosofia di vita: da loro può partire quella spinta di cuore (e non solo di testa), scevra da pregiudizi ed interessi economici, che può diventare una vera e propria “rivoluzione” delle menti.

Quello che oggi però possiamo iniziare a fare, è diventare consumatori più responsabili ed attenti alle implicazioni etiche nei nostri comportamenti d’acquisto, anche rispetto all'abbigliamento:

1) Compriamo meno ed indossiamo di più (allunghiamo la vita dei nostri capi d’abbigliamento);

2) Impariamo a creare un “nostro” stile, senza necessariamente seguire le mode stagionali. Facciamo diventare noi stessi “unici”;

3) Proviamo a trattenere l’acquisto d’impulso;

4) Impariamo a leggere con attenzione le etichette e le certificazioni di ogni singolo capo d’abbigliamento, pur sapendo (e di questo dobbiamo essere più che consapevoli) che non diranno mai tutto di ciò che stiamo comprando;

5) Facciamo sapere ai brand che la sostenibilità non è solo una pubblicità “green”. Non è vero che non leggeranno le nostre e-mail (se saremo in tanti a farlo);

6) Impariamo ad applicare il “refashion”: i nostri vecchi capi d’abbigliamento, anziché destinarli alla discarica, possono trasformarsi in accessori tessili unici e di stile;

7) Ricordiamoci che non esiste un unico modo per essere consumatori consapevoli, non esiste una ricetta o una formula magica. Ma ogni goccia può formare l’oceano di un mondo più equo e più sostenibile.

I designer del futuro avranno una grossa responsabilità nel grande gioco della sostenibilità; la ricerca dovrà sforzarsi maggiormente per soluzioni innovative e meno impattanti; le organizzazioni tessili dovranno elaborare progetti comuni, ecc. Ma ognuno di noi deve iniziare a fare la propria parte, senza aspettare che sia qualcun altro a fare la prima mossa.

di Ruggero Giavini

 

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